La rivista Il Blues compie 35 anni

Il 18 dicembre del 1982 un furgone consegnava nella sede de Il Blues le copie del primo numero di una rivista che – forse inaspettatamente per quel nascente gruppo di appassionati – si sarebbe candidata a diventare una tra le riviste di settore più importanti non solo in Italia ma in tutto il mondo. La passione che ancora oggi viene trasmessa dalle pagine (o pixel) ci fa capire perché la Blues Foundation l’abbia voluta premiare nel 2009 come migliore rivista, conferendo direttamente a Marino Grandi (fondatore, direttore ed editore) l’ambito Keepin’ The Blues Award in quel di Memphis, una delle capitali indiscusse del blues negli USA.

Dalle semplici pagine quasi da fanzine fino alla stampa professionale dell’ultima copia cartacea, quel numero 121 del dicembre 2012 che poteva sancire la chiusura dopo 30 anni, fino al formato digitale che ci ha accompagnati fino al recente n. 141 che festeggia l’ambito traguardo delle 35 candeline spente con ancora la voglia di andare avanti, sempre e rigorosamente in bianco e nero e nonostante le difficoltà che sta vivendo il mondo dell’editoria musicale.

Ma è proprio questa sfida che permette alla redazione della rivista milanese di continuare il proprio mandato, quasi fossero in missione come quei due simpaticoni di nero vestiti dei Blues Brothers. Una missione difficile, con ostacoli faticosi da oltrepassare, ma con la certezza che la cultura del blues non può avere una conclusione e che i tanti giovani a zonzo senza meta nel mondo del web possono e devono essere messi in condizione di innamorarsi del blues e delle sue evoluzioni.

Giovani che potranno essere i musicisti e i bluesmen del futuro grazie anche al lavoro dei “vecchi” de Il Blues.

Noi di A-Z Blues abbiamo un grande legame con la rivista, è innegabile, quindi gli auguri per questi 35 anni sono un po’ autocelebrativi, ma ci piace farli ai soci fondatori, a chi c’era e a chi non c’è più, a tutto lo staff dei collaboratori – vecchi e nuovi – a tutti gli abbonati e lettori – vecchi, nuovi e futuri. E anche a noi.

Il Blues Magazine, foto e grafica Antonio Boschi, WIT Grafica & Comunicazione

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